Recensione di "Le mie poesie" di Alfredo Scardino
Raccolte in un quadernino e dattiloscritte, in una veste semplice e informale: così, con gioia, ho ricevuto e letto le poesie di Alfredo Scardino. Sarebbe stato un peccato non recensirle perché parlano al cuore e sono pervase di purezza e umiltà. Indiscutibilmente specchio di un animo candido e spontaneo, che si presenta senza maschere e filtri al lettore, per trascinarlo letteralmente, con entusiasmo e fiducia, nel suo mondo, in uno spirito di totale condivisione. L'amore è indubbiamente il filo conduttore dell'intera silloge. Amore che si declina in varie forme: amore per Dio, per Gesù, per Maria, che ci parla della religiosità di Alfredo; ma pure amore presente in un connubio perfettamente riuscito di sacro e profano, attrazione fisica, carnale per una donna vera, che assume, a tratti, anche le sembianze di Musa ispiratrice, di essere sublime, quasi angelico. E ancora, amore per la vita stessa, per le sue gioie semplici; amore per persone care e defunte, per una cugina brasiliana: amore per Rio che, al rientro in Italia, si trasforma in struggente nostalgia; amore per l'amore stesso, fonte di gioia, ma anche di gelosia, incomprensioni e tormenti; amore per la musica che può arrivare a svolgere un ruolo salvifico e di riscatto per quanti nella vita hanno tanto sofferto, conoscendo malattia ed emarginazione. Un'anima bella quella di Alfredo, come poche se ne incontrano in questa società indifferente e individualista, sempre più sorda ai richiami del cuore. La purezza della sua anima fa dimenticare al lettore qualche ingenuità stilistica, mentre i suoi versi si articolano fra allitterazioni e rime baciate, con una musicalità a tratti elementare, a tratti più raffinata, che conquista.