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"Shadolove" di Matteo Pratticò



“La vera forza sta nell’ affrontare ogni giorno l’oscurità che ci opprime.”

Con questo messaggio, contenuto nei Ringraziamenti, Matteo Pratticò si congeda dai suoi lettori chiudendo una storia nella quale Bene e Male si contrappongono in una lotta, per restare in tema, all’ultimo sangue.

Infatti, Lily, protagonista di Shadolove, è una vampira, ma è anche e soprattutto una sorta di giustiziere che si aggira per il mondo proteggendo in maniera sanguinosa e cruenta chi è in difficoltà.

La narrazione ha un andamento lineare soprattutto nella sua prima parte, poi cambia scenario e le vicende descritte prendono altre direzioni.

Va detto che l’autore ha un grosso merito: non cede alla tentazione di umanizzare la figura della protagonista, Lily, che, anche in circostanze toccanti, mantiene sempre la fredda natura di una vampira.

Matteo Pratticò dimostra di avere un’ottima padronanza della lingua italiana, uno stile asciutto e sicuro e un occhio disincantato sulla società e le sue brutture, ma anche un cuore che sa vedere il Bene e la capacità di credere in un lieto fine che non deve abbandonarci mai se vogliamo costruire una vita di valore.

Unico appunto: la narrazione appare molto compatta e particolarmente interessante, a mio avviso, fino a un certo punto. Fino a quando la protagonista soggiorna in un postribolo. Dopo, come accennato, la storia si snoda in percorsi diversi disorientando un po’ chi legge. La verità? Mi sono sentita orfana delle storie legate alle colleghe di Lily e al mondo criminale orbitante intorno alla casa di appuntamenti nella quale svolge la sua missione di protettrice. Trovo che fino a metà libro l’autore abbia dato il meglio di sé, per poi perdere un po’ mordente.


Giudizio complessivo: positivo.

Punto forte di “Shadolove”: lo stile eccellente.

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