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"Spiragli" di Emanuele Martinuzzi

  • Immagine del redattore: Daisy Raisi
    Daisy Raisi
  • 15 set 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

La silloge poetica “Spiragli” di Emanuele Martinuzzi si compone di liriche brevi, ma dense di significato, composte di una sola strofa,formata da tre versi: un quinario, un settenario e un quinario.

Terzine come flash volti a fotografare con sapienza stati d’animo del poeta, magistralmente descritti.


“Non vissi che qua

in frantumi e sperso

tra i ricordi.”


Una poesia evocativa, quella di Martinuzzi, che fa ampio ricorso a metafore e similitudini.

Alcune liriche sono particolarmente enigmatiche.

“Non è luna

negli strappi del mito

che mi accompagna.”


In altre, il poeta sposta lo sguardo facendolo spaziare dalla sua interiorità all’osservazione della condizione umana.


“Ogni destino

è la solitudine

del divenire”.


Intuizione e sensazione la fanno da padrone in questi versi, sciabolati sul foglio, che evocano emozioni, visioni, riflessioni.

Semplici oggetti o fenomeni della natura rivestono un significato ben più profondo di quello apparente, grazie al loro legame recondito con i moti dell’animo dell’autore che si ispira chiaramente al simbolismo.

Una particolarità: i versi non sono preceduti da titoli, a distinguere una lirica dall’altra. Questi vengono citati solo in finale di raccolta: nell’indice.

Una raccolta per palati fini, che spicca per stile, originalità e contenuti, frutto di studio e di un’attenta ricerca condotta sulla parola e sul suo potere simbolico/evocativo.

Consigliatissima.

 
 
 
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