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"QUELLA MALEDETTA RAPINA" di Maurizio Mos


Fedele alla regola dello Show don’t tell, l’autore non perde tempo a descrivere i personaggi. Questi si presentano da soli, tramite i dialoghi, le interazioni con gli altri, le azioni. Con le loro umane fragilità, le paure, i desideri, ma, in certi casi, anche con spietatezza, assenza di scrupoli, amoralità o vero e proprio cinismo. Protagonista incontrastata della storia la sete di denaro, che assume tante facce quanti sono i rapinatori e spazia dall’esigenza di riscatto all’avidità vera e propria. Personalmente la mia simpatia è andata a Max, il più provvisto di calma, sangue freddo e umanità di tutti i personaggi di questa avvincente storia.

Solo a metà circa del libro Maurizio Mos spende qualche riga a testa anche se solo per gli appartenenti alla banda di Max. Sì perché questo è un libro ricco di colpi di scena, intrighi, voltafaccia, dove in molti, infischiandosene di patti e legami, tradiscono per avere di più, o perché abbindolati con il sesso, o, nella più nobile delle ipotesi, per la chimera di un amore. Dietro la rapina quindi non c’è un'unica banda, ma in segreto si allacciano e dissolvono alleanze, dando vita a bande minori, o a coppie criminali.

A narrare le vicende è un narratore esterno, una voce fuori campo, che ce le mostra per come sono, come se scorressero su uno schermo. Il lettore viene letteralmente catapultato in un tourbillon di eventi mozzafiato, come le corse in auto dei malviventi, la loro spedizione per mare, i travestimenti, le sparatorie, gli inseguimenti.

Per concludere, una curiosità. Il libro è ispirato a un fatto realmente accaduto: la rapina miliardaria consumata nel 1988 ai danni dell’Arsenale Militare di La Spezia. Maurizio Mos spostando cronologicamente le vicende alla vigilia del passaggio dalla lira all'euro e lavorando di fantasia, pur mantenendo, per sua ammissione, la stessa ambientazione geografica e gli stessi ritmi seguiti dai rapinatori, ha dato vita a un thriller ricco d'azione, adrenalinico che tiene il lettore costantemente incollato alle pagine, con la smania di vedere come andrà a finire.

Da leggere.

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