“Il diritto di vivere” di Imma Pontecorvo è un romanzo breve che parla di disabilità, affrontando questo spinoso tema con la delicatezza, la forza e l’equilibrio che sono caratteristiche distintive di questa brava autrice.
Imma lo fa attraverso la voce della giovanissima Angela, alla quale, prima dell'incidente che le cambierà la vita, non manca niente: una famiglia che la ama, amiche affezionate, l'agiatezza, un aspetto gradevole, buoni risultati a scuola. Una quattordicenne che comincia ad affacciarsi alla vita con tutti i suoi sogni finché, un giorno, proprio quando è in sella al suo amato cavallo, durante una lezione d’equitazione, sport nel quale eccelle, viene disarcionata, batte violentemente la schiena e perde per sempre l’uso delle gambe ritrovandosi su una sedia a rotelle.
Da allora la sua esistenza, come è immaginabile, subisce un brusco, radicale cambiamento. Oltre a non essere più autonoma nello svolgimento delle attività quotidiane, non può recarsi nella pizzeria più vicina, quella frequentata dalle sue amiche, né in piscina o al mare.
Anche andare all’ambulatorio medico, per una visita, o a scuola diventa complicato per lei, a causa delle barriere architettoniche, argomento riguardo al quale ci sarebbe molto da dire e soprattutto da fare, per garantire a quanti sono affetti da disabilità una vita migliore e più piena.
A questa triste condizione, che limita notevolmente la libertà della ragazzina, si aggiungono gli atti di bullismo e le menzogne di un compagno di scuola che la spingono a chiudersi ancora di più in sé stessa.
La stato di Angela, fin dal principio, ha inevitabilmente delle ripercussioni sull’equilibrio dei suoi cari: la madre rifiuta di accettare la realtà e la trascina da uno specialista all’altro, nella speranza di vederla nuovamente camminare; il fratellino, traumatizzato dall’accaduto, ne soffre terribilmente; la nonna ostenta un'allegria esagerata per mascherare la sua sofferenza. Solo il padre riesce a mantenersi equilibrato e saldo, nonostante il dolore.
In questa storia ricca di pathos, Imma Pontecorvo ha saputo sondare gli stati d'animo di Angela e della sua cerchia familiare e amicale sottolineandone le sfumature con empatia e cura estreme, come se si trattasse di persone in carne e ossa e non dei “semplici” protagonisti di un'opera di fantasia. In particolare, di Angela ha saputo rendere con maestria l’alternarsi di fasi di abbattimento e dimostrazioni di forza, di illusioni e delusioni, consegnando i suoi pensieri più struggenti alle pagine di un commovente diario, specchio di un’anima sofferente e, al contempo, affamata di vita.
Non voglio svelarvi altro, perché così facendo vi rivelerei il finale. Aggiungerò semplicemente che, sulla sua strada, Angela, a un certo punto, si imbatterà in qualcuno e in qualcosa che saranno fonte d’ispirazione e di forza per lei, trasformando questa ragazzina altruista, dall’animo pieno di poesia come un giardino fiorito, in un esempio luminoso di carattere, tenacia e combattività.
"Il diritto di vivere" è un libro degno di nota, che vi invito caldamente a leggere, perché offre una visione inedita della disabilità, in grado di aprire le menti e di toccare in profondità i cuori, rimarcando l’importanza dell’abolizione delle barriere architettoniche, causa di tante limitazioni e sofferenze per chi deve farci, suo malgrado, quotidianamente i conti.
Va aggiunto, in conclusione, che, per espressa volontà dell’autrice, buona parte del ricavato delle vendite de “Il diritto di vivere”, acquistabile nei principali store on line, verrà devoluto alla Lega del Filo d’Oro.
Comments