“Imperfetta” di Nena Etturi è un romanzo nei confronti del quale mi riesce difficile, come lettrice e come editor, formulare una valutazione univoca.
Il perché è presto detto: l’impianto narrativo non mi ha convinto più di tanto, l’ho trovato un po’ povero, come se a questa storia fosse stato ingiustamente negato un respiro più ampio.
All’eccessiva ripetitività di certe riflessioni della protagonista, Eugenia, personalmente avrei sostituito ulteriori sviluppi della trama, o, in alternativa le avrei almeno rimosse per non appesantire il narrato e velocizzare un po’ il ritmo.
Questi a mio avviso i punti deboli di “Imperfetta” che, per il resto, è contraddistinto da uno stile sicuro e curato, da proprietà di linguaggio, da qualche riferimento erudito e, soprattutto, da un buon lavoro di scavo psicologico effettuato sui personaggi.
Eugenia, la protagonista, viene analizzata fino in fondo, in ogni suo pensiero, emozione, nel suo vittimismo patologico, nella profonda disistima che nutre nei confronti di sé stessa.
Figlia unica di genitori anziani che l’hanno generata in età già avanzata, proteggendola esageratamente per metterla al riparo dalla insidie del mondo e dalle avversità della vita, soffre di attacchi di panico e non riesce a trovare una sua dimensione, a stringere amicizia, a tenersi un lavoro. Il suo sviluppo risulta come bloccato. Si auto-sabota, ha un rapporto inesistente con la madre, un’adorazione viscerale per il padre e nessuna relazione con l’altro sesso. Emotivamente instabile, arranca per le strade della vita sbandando, accumulando rabbia, invidia e risentimento. Come se non bastasse, tende a interpretare in maniera distorta la realtà e l’atteggiamento degli altri nei suoi confronti. Sarà la totale mancanza di fiducia in se stessa “a spianarle la strada verso un’inesorabile discesa agli inferi”, ed è proprio a quel punto che la narrazione, per certi versi monotona e dai toni iperbolici, prende quota virando verso il thriller.
Altro non voglio aggiungere, per non togliervi il gusto della lettura e del finale, questo sì davvero ben congegnato e spiazzante.
Comments