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"TERRA ROSSA" di Vincenzo di Salvo


Ci sono autori emergenti che come Vincenzo Disalvio stupiscono gradevolmente per compattezza stilistica, stile sicuro, incisivo, talento descrittivo.

Il suo Terra Rossa (Civita Dei – Parte I) colleziona recensioni a cinque stelle e, una volta tanto, verrebbe da dire, rispecchiano il vero, sono ampiamente meritate.

Il suo è un thriller ben confezionato, con incursioni nell’horror, privo di sbavature, dal ritmo narrativo serrato, in cui la suspense la fa da padrona, in perfetta linea con il genere.

L’incipit, narrativo, è ben congegnato; il protagonista, che lavora nella carta stampata, è un uomo dal vissuto doloroso, su cui l’autore centellina sapientemente informazioni, alimentando la giusta curiosità nel lettore.

La ricerca che conduce, come spinto da una misteriosa pulsione, lo spinge fra le braccia di eventi inspiegabili.

Teatro delle vicende un paesino sperduto nell’entroterra pugliese, dove il tempo pare essersi fermato e superstizione, magia, ed estrema povertà regnano sovrane.

Tutto prende le mosse dalla sparizione di un sacerdote della zona, evento già accaduto per altri don in passato, e avvolta, come le precedenti, dal più fitto mistero.

Chi si cela dietro la scomparsa di Don Sabino e degli altri sacerdoti del posto?

Perché viene fatta passare sotto silenzio?

Esiste davvero lo spirito della terra, un’oscura forza del Male, nella quale i paesani confidano e che adorano abiurando la religione cattolica?

In un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato il lettore troverà risposta a tutte le sue domande.

Da leggere.

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